giovedì 31 gennaio 2019

mi sento zio




Stamani il guittire dei due maialini d’India non si è fatto sentire. Un delicato silenzio dalla gabbia non si percepiva con quello che taceva fuori casa.
La neve che tutto copre e tutto ovatta faceva la sua brava azione di silenziosa protagonista.
Il caffè, sul fuoco, le persiane che si aprono, lo scorrere dell’acqua che riempie il bicchiere la cerca del telecomando e il clic.
Due passi verso la finestra e la sorpresa
-Sono nati
- sono sei
La Birba che da giorni gravida e grossa come non mai si era decisa a partorire.
Sei maialini d’India tutti ben nascosti tra mangiatoia e lettiera, protetti da Ciuffetto  e dalla femmina.
La manciata del mangiare , le bucce di mela e foglie di radicchio hanno attirato piccoli e grandi ad uscire dal loro nascondiglio.
Un’allegra tribù tutti attorno alla ciotola e sorpresa con i piccoli di alcune ore di vita alle prese col radicchio.


mercoledì 16 gennaio 2019

Poldo






Poldo è il vagabondo della borgata, un padrone lo ha ma preferisce accattonare tutto quello che è commestibile da chi glielo offre, cioè dove si presenta a testa bassa ogni volta che sente il bisogno di mangiare e quello capita spesso. Da giorni nell’aia non si vedeva ma spesso emigra anche alle case alte dove ha una compagna pelosa come lui.
La razza non so, un incrocio tra un maremmano e una cane da caccia credo.
Ha i suoi begli anni e ormai sono più di dodici anni che Garmano lo ha adottato.
In questi giorni di freddo lo si trova notte e mattinate nella stanza adibita a caldaia di Severino, lì il caldo non manca. Oggi al rientro appena sceso dal PIK l’ho visto dinanzi alla porta di casa e la signora non si deve essere accorta di nulla.
Ho messo la pentola grossa sulla stufa e
- che intenzione hai di cuocere con quel pentolone?
Visto il Poldo che era in attesa e attentissimo ai mie movimenti ha intuito
Abbiamo diviso un kilo di mezzi maltagliati al ragù.
Poi scodinzolato si è fermato dinanzi alla porta in attesa che gli venisse aperto.
Quelli in foto vengono dal web


martedì 1 gennaio 2019

un dono semplice ma di cuore



Ricordo ancora quel giaccone di pelle nera del nonno, delle sue grandi mani che stringevano le mie nel pericolo, la grandi tasche e le cose che non mancavano mai: il suo coltello, la cordicella ben ammazzata, un sacchetto di tela così strinto che occorreva cercarlo in quella tasca per tirarlo fuori.
Quella mattina del primo dell’anno di anni fa tirò fuori da quel pozzo senza fine una ghianda e mi porse il coltello aperto.
Fai un buchetto e così ruppi quella crosta ghiacciata e scavai con quella lama.
Già un grande privilegio impugnare quel coltello che non dava a nessuno poi con forza rompere quella crosta ghiacciata per una spanna di mano e la ghianda da porre in fondo e ricoprire.
Il nonno col calcagno finì l’opera comprimendo con forza quella poca terra e calaverna.
Oggi quella quercia è mia esclusiva la sento nel mio intimo come un essere prezioso consegnatomi dalla saggezza di chi mi ha voluto tanto bene.
Buon 2019 e spero tanto chi ha la possibilità quanto prima pianti una ghianda dove capita…la terra è di tutti