mercoledì 30 maggio 2018

Un paio di giri di vino


Stamani verso le 10 come si sul dire un fulmine a ciel sereno. Un colpo secco inatteso da scuotere e chiedersi cosa sia successo. Il lampo non si è visto ma la fiammata sulla quercia sopra la borgata è rimasta per un po’ e dopo il pennacchio di fumo.
 Di lì a poco la Rosi si è affacciata chiedendo se anche a noi funzionava il telefono.

Poi è stata la volta dell’Assuntina mentre Matteo smanettava sul cellulare diceva è saltato il campo. In poco tempo mi sono reso conto in quanti anche attempati sono attaccati a questi Androidi e crisi di astinenza wsap. Più d’uno attraverso il telefono fisso ha chiesto informazioni ottenendo poche e impotenti risposte. Simpatica la cosa, perché chi aveva ancora il fisso ha dovuto cedere la cornetta a mamme che rassicuravano i figli, a nonne che rassicuravano nipoti e parentado. Non ho potuto anch’io capacitarmi e rendermi conto di essere al buoi. Nel pomeriggio è piovuto e con Giacomo siamo andati a vedere che combinava Marcello. Travasava il vino dalla damigiana e una bella fila di fiaschi. Non nego che c’è scappato un paio di giri di bicchieri per rassicurare il Marcello che beveva bene  con quel rosso.
 Stasera alle 17e 45 i trilli e segnali acustici ogni dove. Anche questa è passata, strano ma la mia fibra non ha mai cessato di funzionare.

lunedì 21 maggio 2018

due bottiglie di vernaccia


Anche quest’anno con la fioritura delle acacie, robinie, sono arrivati i camion con decine e decine di alveari. Sono ben organizzati: su pancali 4 alveari ben legati e il lungo braccio del camion fa presto a collocarli nelle piazzole precedentemente preparate.
La solita telefonata agli inizi di maggio:
- siamo Lapai ci sono problemi per riportare le api come l’altro anno?
- fate pure ma venite a ripulire e spianare.
- bene ci pensiamo noi
tre giorni fa alla sera non era arrivato nulla ma la mattina dopo tutto come mi aspettavo. Notte tempo hanno trasferito gli alveari da San Gimignano al fondo valle.
Per quindici giorni saranno lì e dopo qui più in alto dove le acacie fioriscono dopo.
Rimarranno qui anche per la fioritura dei tigli poi su nelle abetaie per i fiore di pino e abeti per poi tornare sotto casa per i fiori di castagno.
Speriamo in un buon raccolto e che il tempo sia clemente che non piova per permettere alle api di uscire.
Al cancello di casa hanno lasciato due bottiglie di Vernaccia


giovedì 17 maggio 2018

Tradizioni lasciamo perdere


La natura se non controllata si riprende quello che era suo e così è successo ad un sito storico vicino a casa mia
Il poggio della Torricella e il nome già dice tutto
Su quella sommità centro tra due piccole valli quello del torrente Liesina e l’altro del Lima, forse prima di Cristo esisteva una torre con annessa cappella.La torre a vigilare il passare di galli e liguri la cappella venuta dopo per dare conforto a quella gente.
La natura si è ripresa quello preso dall’uomo e anche l’uomo ci ha messo del suo:portando via pietre. Sta di fatto che adesso solo un bosco di ceduo di castagno domina quel posto. Fino a una decina di anni fa una croce ricordava il lontano presidio e era meta di processione di erogazioni in questo periodo.
Tempo fa per fare due passi ebbi l’occasione di passare da quelle parti e con sorpresa notai che la croce non c’era più e solo una pietra con incavo rimaneva in quel luogo.
Domenica Ascensione con in spalle la croce, il mio Golgota, e moglie al seguito ho ripristinato quella croce, rinforzando la base con una piramide di pietre.



venerdì 11 maggio 2018

una caraffa d'acqua


Oltre la mansarda una porta si apre sul resto della parte superiore dalla casa, la soffitta, non ristrutturata, ma ampia e piena di tanta fatica buttata per ricoverarci tata di quella roba che se buttata al tempo debito avevamo guadagnato un tanto.
L’unico angolo che sfruttiamo ogni autunno è lo spazio sotto il lucernaio per il ricovero delle tante piante grasse, ma il resto nemmeno da mettere su sito SUBITO per disfarsene velocemente. Le piante grasse con metà di marzo sono state portate giù in giardino, sotto il portico e negli angoli più riparati del contorno casa.
Vi potete immaginare la mia sorpresa nel vedere che il vaso del cimbilim è rimasto lì. L’ultima volta un mese e mezzo fa quando avevo dissetato la pianta con una caraffa d’acqua mi ero promesso di portarla giù accanto ai limoni sotto il portico.
Guardate che bella fioritura nonostante l’abbandono mi ha dato?
5 tralci di fiori bianchi con sfumature in rosa.
Il tempo…
lo scrivente si tortura tra impegni e progetti, preventivi e previsioni mentre la natura ha più certezze di noi, guidata da meno chiacchere e più ragioni di vita
non smette di meravigliarci.

venerdì 4 maggio 2018

La merla curiosa

Piove da due giorni, non grandi scrosci ma un andare piano persistente con sprazzi ventosi e di sole, ecco come si presenta la mia montagna in questi primi giorni di maggio . Tutta verde tenue delle prime foglioline messe dai faggi al verde dei prati non troppo ospiti di fiori. Il giardino è stato rasato prima che cambiasse tempo e adesso non resta nei momenti di sole che raccogliere i fiori delle camelie che appesantiti dalla pioggia cadono sul prato. Lungo la siepe di ceraso attirano la mia attenzione diversi gusci di piccole uova rosastre, le conosco bene sono di nido di merlo. Si sono schiuse e nuova vita è presente vicino a casa.
Più giorni ormai che seguivo il pedinare di una femmina e lo svolazzare di becco giallo ecco spiegato il dilemma.
Sufficiente che mi avvicini al rosmarino appoggiato alla tuia che svolazza via la femmina.
Bene non avvicinarsi e tenere a freno la curiosità e guai a parlarne in casa correrebbero tutti a vedere i nascituri. La femmina pena poco a sdegnarsi e abbandonare i piccoli.
Sorrido soddisfatto merito anche la pace che regna in questo angolo e che rende sicuro anche il nidificare.