domenica 15 ottobre 2017

L’ora del caffè è come una voce nascosta che richiama al bar ogni mattina un universo di avventori.
Poco prima e dopo bar deserto, ma non dalle 9,30 alle 10 del mattino.
Un firmamento fo per dire in un paesello di nemmeno un centinaio di indigeni, a trecento metri dalla mia borgata.
Il ritrovo del mattino, quando in diversi, lasciato l’ozio di casa e i pochi lavori da fare e via per un caffè BONO come si dice da noi.
La Zita a prendere il giornale, lo Zio il muratore, lo Scontento, il Giovanni l’intellettuale, Roberto il giornalista per i due articoli che gli pubblicano all’anno Andrea l’ortolano col suo furgoncino, Marco il postino sempre di corsa.
Ma.
da qualche tempo l’equilibrio si è rotto un numero più numeroso 5-7 nuovi perditempo stazionano a mattinata lì comodi.
Giovanni li chiama nemmeno appartenenti alla dodicesima tribù se ho ben capoto di Giuda, quelli che non fanno nulla, ma pregano soltanto, loro però nemmeno pregano.
E il da fare ce ne sarebbe tanto …
Bello il detto di Branca Leone
“il figlio del padrone è un grande lavoratore quando ne ha voglia”

1 commento:

  1. Il caffè è un piacere! Bellissimi i porcini del tuo bosco.Buona domenica sera, Andrea.

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