giovedì 26 ottobre 2017

un airone stanco


Ho accarezzato quel selciato provato dal tempo con scarpe morbide,moderne . Pietre qua e là segnate da cicatrici lasciate da ferri di mulo carichi a soma ora di legname  ora di pietra da costruzione.
La strada porta giù al fiume al ponte di Castruccio.
Lì il tempo sembra fermato nel grigio delle pietre a sbalzo che permettono una discesa sicura.
La dogana, il corpo di guardia e tra i due il ponte che permetteva il passo tra il Granducato di Lucca e La Signoria Fiorentina che entrambi arrivavano fin lì. Adesso una intelligente ristrutturazione permette un buon caffè, un buon pasto e nella calura una buona birra schiumosa.
Il tempo è ottimale, sole niente vento e un’aria limpida solo mossa dal rumore del fiume che scorre senza tante emozioni data la scarsa acqua.
Solo un grosso airone pascola i rivoli in cerca di barbi, lasche e trote.
Alla nostra vista svolazza poco più in la poi prosegue nella sua ricerca.
Qualche foto e …l’incanto della natura prosegue

domenica 15 ottobre 2017

L’ora del caffè è come una voce nascosta che richiama al bar ogni mattina un universo di avventori.
Poco prima e dopo bar deserto, ma non dalle 9,30 alle 10 del mattino.
Un firmamento fo per dire in un paesello di nemmeno un centinaio di indigeni, a trecento metri dalla mia borgata.
Il ritrovo del mattino, quando in diversi, lasciato l’ozio di casa e i pochi lavori da fare e via per un caffè BONO come si dice da noi.
La Zita a prendere il giornale, lo Zio il muratore, lo Scontento, il Giovanni l’intellettuale, Roberto il giornalista per i due articoli che gli pubblicano all’anno Andrea l’ortolano col suo furgoncino, Marco il postino sempre di corsa.
Ma.
da qualche tempo l’equilibrio si è rotto un numero più numeroso 5-7 nuovi perditempo stazionano a mattinata lì comodi.
Giovanni li chiama nemmeno appartenenti alla dodicesima tribù se ho ben capoto di Giuda, quelli che non fanno nulla, ma pregano soltanto, loro però nemmeno pregano.
E il da fare ce ne sarebbe tanto …
Bello il detto di Branca Leone
“il figlio del padrone è un grande lavoratore quando ne ha voglia”

venerdì 13 ottobre 2017

Ho scoperto che il sedano non è afrodisiaco
dimenticavo
ciao come va voi che passate di qui?
stasera nel ripulire una aiola di sedano ne è venuto via uno di quelli neri
ho pensato di farci un risotto
dato il tempo freddino ultimamente non era molto grande, ma 7 costole e un cuore tenero promettevano bene
Le costole anche se croccanti non mi davano fiducia e così ho preferito dargli una scottata
poi ho tirato su il riso
una leggerezza fantastica e il profumo
una vera scoperta come quando al primo bacio lei sapeva di caffè
ti dirò dopo quelli pistoiesi è il bacio che ricordo con più felicità
L’ho montato oddio amalgamato con grana e una noce di burro
Allargato nel piatto come si allargano gli occhi quando si guardano gli occhi di lei che appena ti ha detto:- anch’io ti amo
con moderazione forchettata dopo forchettata me lo sono fatto fuori
una vera goduria
non vorrei fare similitudini ma un paradiso come sotto di poco un orgasmo preparato con calma e spregiudicatezza.

sabato 18 marzo 2017

il fungo Paolino

A cura dello psicologo Cipensoio specializzato nel recupero dei funghi irrimediabilmente scalmanati.
La storia iniziò dopo l?ultimo acquazzone del mese di poi e del giorno che verrà. Infatti se qualcuno chiedeva a Paolino quanti anni avesse lui rispondeva così:
- Sono nato nel mese di poi, i calcoli fateli voi?
Chi lo ascoltava trovava lo trovava curioso, imprevedibile e lo lasciava, non dico turbato, ma in preda a crisi esistenziali.
Lo psicologo intervenne quando la mamma di Paolino, signora Mezzacosta fu in preda a crisi di funghite acuta:
Paolino voleva fare l?aviatore.
Lui Paolino era nato sotto un gigantesco abete, con grandi fronde e in proda ad un dirupo vertiginoso. Aveva finito per creare amicizie con pettirossi e ghiandaie piuttosto che con i confratelli teste rosse con vistosi puntini bianchi.
La sua maggiore aspirazione era quella di imitare il falco Giannotto che spesso si posava sui rami del faggio di fronte a lui, giù nel dirupo. Lo osservava volteggiare nella valle sottostante, i suoi grandi giri, più alti ora, più profondi dopo lo facevano morire d?invidia. Di li a qualche giorno rivolto ai fratelli e successivamente alla madre aveva espresso la sua aspirazione futura:
-Mamma voglio fare l?aviatore da grande!
Vi immaginate lo stupore fra quelle cappelle rosse macchiate di bianco?
Il babbo, Grandegambo, aveva dato la colpa al troppo caldo estivo per giustificare una così innaturale desiderio.
La mamma Mezzacosta osservando la sua rumorosa covata di funghetti tutti belli vispi con il collettivo bianco, e la testa rossa macchiata di bianco era trasalita e poi caduta in profonda crisi.
Paolino non demordeva: di giorno correva con le nuvole, sognava di cavalcare il falco Giannotto; di notte scrutava le stelle, ma il suo sguardo era sempre rivolto al cielo.
La vecchia lumaca che girava per lì, cercava di reperire più dettagli possibile, ma non riusciva a trovare nessuna risposta al quesito; anche se nessuno gli aveva chiesto nulla.
Ci pensò lo scricciolo Saltellino e trovare la soluzione; volò sul faggio e a suo rischio e pericolo e affrontò Giannotto. I due parlarono a lungo fiuchè il falco si girò verso Paolino.
- E? lui il fungo avviatore?
Saltellino annuì con il capo e tutto si risolse con un balzo improvviso di Giovanotto che prese Paolino con i portentosi artigli, sradicandolo da sotto il grande abete.
Lo sollevò con dolcezza finche volteggiarono nel cielo sopra la torre del Fattucchio, sopra il Sestaione.
Paolino dopo un primo momento di smarrimento iniziò a guardarsi attorno. Come era fresca l?aria, a quell?altezza.
Come era fantastico tutto ciò che lo circondava.
Un sogno, gli alberi visti dall?alto, lo scorrere del Sestaione laggiù in basso.
Non vedeva più il grande albero che lo aveva visto crescere, ma non importava.. Si sentiva un avviatore:
Paolino, il Barone Rosso dei funghi.
Respirava a pieni polmoni quella nuova libertà che lo inebriava fino a far dimenticare la sua natura.
Senti gli artigli di Giannotto che allentava la presa:
No!?
Acquistò velocità finchè trovò l?asfalto ad attenderlo e a concludere il suo proibitivo sogno
Splasc!?

sabato 4 febbraio 2017

un canarino spagnolo giallo

Finalmente si sono scartati i pacchi e pacchetti dei regali.Per la mia Lei mi sono lasciato andare a qualcosa di particolare.
Quest'anno ho pensato di regalarle della biancheria intima.
La cosa ha meravigliato tutti conosciuta la mia timidezza in questa direzione.
Varcata quella porta di quel negozio specializzato e resomi conto d’essere l'unico maschio presente vi faccio immaginare l'imbarazzo.Mi sono lasciato andare a tutti quei consigli della commessa.Tanga, culatta avvolgente, mutande continenti?Il reggiseno a balconcino, con ferretto , con cuscinetto di sostegno?La mia scelta è stata solo estetica ho preso quello che mi piaceva di più.
Niente nero, niente bianco è andato quello con la rifinitura in pizzo celeste scuro con pennellate arancio albicocca.
E' molto piaciuto a Lei e alle sue amiche presenti.Nel ritornare dalla messa di mezzanotte lo ha indossato con defilè in fondo al letto.Poi si è infilata sotto le coperte corazzata di pigiama di pail e crema protettiva in viso.Anche questo Natale è andato, rimane la befana.P.S. la Giovanna
mi ha regalato un canarino spagnolo giallo maschio.